Gli effetti del cibo spazzatura: uno studio sulla dipendenza
Il cibo spazzatura darebbe dipendenza? Sono tanti i documentari, da Super Size Me a Fed Up, che attestavano già un dato inquietante relativo al cibo spazzatura, ovvero che più se ne mangia e peggio ci si sente, ma anche che più se ne mangia e più se ne vuole. Uno più di tutti mi ha colpito. Per fare questo lavoro sul blog, premetto, vedo tutti i documentari possibili sul cibo, e leggo moltissimi libri di diete, approcci alimentari uno diverso dall’altro, oltre a fare una minuziosa rassegna stampa ogni giorno.
Due giorni fa, mi capita di vedere questo documentario prodotto qualche anno fa dalla BBC: si chiama Fast Food Babies, e parla di figli di genitori che non sanno o non vogliono cucinare, dunque educano i loro bambini al cibo spazzatura fin dalla culla. Nel documentario vediamo mamme che friggono crocchette di patate alle quattro del pomeriggio per darle ai loro figli di due o tre anni con salsa barbecue e maionese. I biberon di questi bambini sono pieni di Coca cola e succhi di frutta confezionati, le dispense delle case hanno caramelle e patatine fritte, a cena, quando i genitori tornano dal lavoro, si ordina pizza e pollo fritto. Ogni sera. Il risultato, come ha stabilito una nutrizionista, è che uno di questi bambini assumeva a quattro anni ben trecento grammi di zucchero al giorno.
I bambini alternavano tutti fasi di estrema apatia a fasi di iperattività incontrollata, erano insonni, e vomitavano alla vista di cibi freschi o avevano reazioni estremamente violente quando gli si negavano le patatine. C’è da dire che neanche i genitori erano educati a mangiare e cucinare frutta e verdura fresche o cibi più sani, quindi questi bambini sono stati svezzati a bocconi di hamburger, e non sto esagerando. Già a 4 o 5 anni, diventa difficile rieducarli ad assaggiare nuovi sapori. La BBC tuttavia è britannica, non americana. Voglio dire che questi sono europei, e che quindi non stiamo parlando delle solite esagerazioni degli americani. Sì, sono britannici, magari non sono attenti alla cucina come noi, ma non è che noi adesso brilliamo in quanto a sana alimentazione. Anche noi mangiamo cibo spazzatura. Magari sotto forme diverse, ma anche noi non sapremmo come fare senza molti prodotti dei supermercati, e anche noi cediamo ai capricci dei bambini, che un po’ sono anche i nostri, per un sacchetto di patatine o un pacco di biscotti.
Quindi non c’è tanto da fare distinzioni.
Sia chiaro, non amo demonizzare il cibo e credo che possiamo mangiare tutto ogni tanto, anche il cibo spazzatura, in piccole dosi.
MA CHE COS’È IL CIBO SPAZZATURA?
Ma uno studio australiano conferma quello che guardando questi documentari si sospetta: il cibo spazzatura crea dipendenza.
Il cibo spazzatura infatti lo definiamo tale quando combina, spesso con una lavorazione industriale, alte dosi di zuccheri con alte dosi di grassi, il tutto ben mixato con additivi vari, aromi artificiali, ma con uno scarso apporto di vitamine, sali minerali e fibre. Che sia chiaro: una lasagna la domenica può avere più calorie di un hamburger Mc Donalds, e molti alimenti demonizzati come i grassi non sono più demonizzati oggi. Quindi possiamo dire che il cibo spazzatura è quello povero dal punto di vista nutrizionale, ma denso di calorie che provengono da più zuccheri e grassi. C’è differenza tra le patatine fritte del fast food e le patate fritte in casa? Ce ne sono tante. Patate fresche e olio buono rendono un piatto diverso dal punto di vista nutrizionale rispetto a delle patate ottenute da pasta di patate, con grassi trans e additivi. Questo a parità di calorie. Anche la sazietà è diversa se si parte dall’alimento naturale e fresco, e non da un preparato, inoltre la porzione nel primo caso è maggiore per via dell’acqua e più grande. Infine esistono grassi e grassi. E alcuni sono ancora correlati con un maggior rischio di malattie cardiovascolari, come i grassi trans. Che sono abbondanti nei preparati industriali.
IL CIBO SPAZZATURA (VEDI DEFINIZIONE SOPRA) DÀ DIPENDENZA?
Più ne mangi, più ne vuoi. Una ricerca presentata all’Australasian Neuroscience Society Annual Scientific Meeting rivela come una dieta ricca di cibi spazzatura mostra infatti che il cibo spazzatura influisce sul cervello, aumentando i livelli di ansia, riducendo la voglia di variare l’alimentazione con altri cibi, riducendo la possibilità di controllarsi sulle scelte e le quantità. Secondo il dottor Ian Johnston, della University of Sydney’s School of Psychology, il cibo spazzatura “riprogrammerebbe” il cervello, rendendo un individuo meno capace di fare scelte alimentari migliori, più impulsivo e ansioso riguardo al cibo, più vittima di attacchi di fame che non può controllare (fonte).
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