Perché il food porn fa ingrassare, e non solFood porn, ormai siamo invasi da questo termine: ma cosa significa?
Il food porn è tecnicamente un linguaggio del cibo: rappresenta cioè un modo di narrare il cibo, presentandolo in maniera alternativa, più suadente, più invitante e coinvolgente per chi guarda.
Sebbene la vista non sia il senso, dei cinque, più importante per gustare il cibo, dato che noi gustiamo attraverso innanzitutto il senso del gusto unito a quello olfattivo, special modo il retronasale, oggi la vista è molto sollecitata sia grazie alle immagini di cibo e ai programmi di cucina, che ai social.
DA DOVE NASCE L’ESPRESSIONE FOOD PORN
Il termine “food porn” quindi racchiude un linguaggio dove il cibo è mezzo visivo, e viene raccontato in modo da stimolare, ma solo con il senso della vista, la voglia di mangiare.
Infatti compare per la prima volta, nel modo in cui noi oggi lo conosciamo in un articolo dello scienziato Michael Jacobson, che lo usò per differenziare il cibo salutare da quello non salutare.
Se ci fate caso, protagonista del food porn è quasi sempre il cibo non salutare, ovvero appannaggio delle industrie, quindi cibo confezionato, o anche cibo di pasticceria, rosticceria, produzione amatoriale che però ha caratteristiche come alto contenuto di grassi e zuccheri.
L’immagine è spesso di creme, ripieni, panini che strabordano, pizze stracondite, merendine che si rompono in due parti a fare vedere un ripieno succulento. Indirettamente, tuttavia, il termine food porn fa comparsa per la prima volta in un saggio della femminista Rosalind Coward, che identificava, nella food pornography, un atto di servilismo (femminile).
Oggi questa visione è impropria, o meglio, è ingenua. La Coward intendeva parlare della donna come regina del focolare domestico che si sente “in dovere” di cucinare ma anche presentare in modo bello e attraente il cucinato.
FOOD PORN=MARKETING
Oggi il food porn è molto più di questo e non è solo casalingo. Anzi, è soprattutto un termine che noi ingenuamente, un po’ come la Coward, pensiamo di fare nostro, ma che è appannaggio del marketing alimentare.
Oggi cioè c’è sì l’influencer come il o la food blogger che usa questo linguaggio quando scatta la foto dei propri manicaretti, ma per il 90% è un linguaggio del marketing. Attraverso foto più allusive e invitanti del cibo, si fa presa sulla voglia delle persone. Inducendole a comprare determinati prodotti.
Se ci fate caso, le foto dei prodotti alimentari oggi sono state tutte riconvertite nel linguaggio del food porn.
Questo da un lato crea ancora di più un consumatore che fa dell’appagamento sensoriale una questione solo visiva. Dall’altro, però, ha un effetto molto più devastante e praticamente ignorato. Ci spinge a mangiare di più perché compriamo di più.
COME E PERCHE’ IL FOOD PORN FA INGRASSARE
La dipendenza da cibo è un fenomeno ad ampio raggio, che non riguarda solo i disturbi del comportamento alimentare come binge e bulimia, ma che riguarda soprattutto l’obesità.
Andando a studiare quel network di aree cerebrali coinvolte nella dipendenza, troviamo l’insula e parte del cosiddetto cervello limbico: queste aree si scambiano informazioni con la corteccia prefrontale e visuale, sono dipendenti da recettori oppioidi che vengono stimolati dall’immagine del cibo, facendo scattare un meccanismo di ricompensa e appagamento.
Quindi noi non solo “mangiamo con gli occhi”, ma le immagini di determinati alimenti rafforzano e incrementano la dipendenza da cibo. Peggio, si tratta di meccanismi che, coinvolgendo parti più antiche del nostro cervello sono difficili da controllare in modo razionale.
Uniamo i puntini e capiamo il motivo perché il food porn ci fa ingrassare.
E’ un linguaggio che presenta il cibo solo se appetibile, se invoglia, se ci stimola.
ESPOSIZIONE DA FOOD PORN: I RISCHI
Ma è al tempo stesso un linguaggio che come ho detto sopra troviamo ovunque.
Siamo ipersollecitati da video, foto, eccetera. Questa continua stimolazione inquina il nostro naturale senso di fame, dato che, tramite i social, è come essere circondati da cibo h24.
E’ questo il problema. Ed è un problema di cui non parla nessuno.
Addirittura il food porn non è più solo alimentare. E’ persino cosmetico. Si fanno video e foto promozionali di creme e prodotti per la pelle mostrandone la texture come invitante da spalmarsi, ma il richiamo è implicitamente alimentare: ci rimanda alla memoria un burro, una crema spalmabile, qualcosa sempre di commestibile.
Dato che il linguaggio funziona, e fa presa, si allarga il suo campo di applicazione.
Oggi che viviamo l’emergenza dell’obesità, il food porn andrebbe ridimensionato e ove possibile censurato. Non ci perdiamo nulla a evitarci di guardare il video della pizza con la mozzarella che si scioglie al taglio. Ma ci guadagniamo tutto in salute, evitando di mettere il nostro cervello in questo flusso di iperstimolazione alimentare.
Pensateci. E iniziate, ove possibile, a escludere il linguaggio del food porn dalla vostra vita, evitando di essere consumatori passivi di ogni merendina che si spacca in due a mostrarvi il ripieno di marmellata.
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